Http e Https. Quando una “S” fa la differenza

Http e Https. Quando una “S” fa la differenza

Http. Una sequenza di lettere che tutti hanno notato almeno una volta navigando sul web, ma che pochi conoscono davvero. Eppure, senza quelle quattro lettere non andremmo da nessuna parte. Anzi, non quattro lettere, ma cinque: si è aggiunta la “S” di https. Una “S” che fa molta differenza, soprattutto per Google e il suo browser Chrome, che la considerano una garanzia di sito web sicuro. Ma cos’è davvero l’http e perché una “S” conta così tanto?

L’acronimo http significa Hypertext Transfer Protocol, un protocollo di trasferimento che permette lo scambio di informazioni sul web. In altre parole, immaginate http come un Apollo di internet, una specie di messaggero: se cercate un sito di traduzioni online scriverete nella barra degli indirizzi [aggiungere nome sito web], e dopo aver premuto invio il protocollo http prende in consegna la vostra richiesta e la trasferisce al server su cui si trova il sito web. Da qui parte la risposta che torna verso di noi sempre tramite http, arrivando nella forma di pagina web.

Il momento fra la richiesta di accedere a un sito e l’accesso al sito stesso è il momento più delicato dal punto di vista della sicurezza. È la posizione giusta per gli attacchi hacker della tipologia “man in the middle”, che si inseriscono proprio nelle comunicazioni fra utente e server per raccogliere informazioni sensibili, come dati personali o bancari. Http deve quindi stare molto attento a custodire le nostre informazioni, e per farlo negli ultimi anni ha aggiunto un ulteriore arma di difesa: la “S” di https.

Quella “S” sta per Secure, cioè sicurezza. In pratica al classico http si aggiunge un altro protocollo crittografico, il Transport Layer Security, che garantisce che il sito web e il server che lo contiene siano autenticati e sicuri. Per avere il TLS ogni pagina internet deve possedere una firma digitale certificata, che viene rilasciata da una Certificate Authority, un’azienda incaricata di verificare l’identità del sito.

Forse avrete notato che da qualche mese Google Chrome, il browser più utilizzato al mondo, segna come “non sicuri” tutti quei siti web che non sono certificati e che quindi sono rimasti con il semplice http, senza “S”. Ci si può sempre navigare, ma bisogna stare più attenti. Se si tratta di un semplice blog va ancora bene, ma se dovete comprare qualcosa online allora è indispensabile controllare che quel sito sia certificato e sicuro.

Dall’altro lato della medaglia c’è chi possiede un sito e si chiede come fare a trasformarlo da http a https. Per farlo serve installare sul proprio sito un certificato SSL, che si può acquistare su siti a pagamento come GoGetSSL, ma disponibile anche gratuitamente su portali come Let’s Encrypt. L’importante è verificare che tutto il sito sia coperto dal certificato. Serve molta attenzione soprattutto per chi possiede siti medio-grandi o multilingua: controllate sempre che non solo il dominio principale, ma anche le pagine che contengono le traduzioni in altre lingue siano reindirizzate da http a https. E non dimenticate che https ha anche ottimi effetti sulla SEO del vostro sito! 

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