L’italiano è vivo! E’ la quarta lingua più studiata al mondo

L’italiano è vivo! E’ la quarta lingua più studiata al mondo

Altro che lingua morta. L’italiano è vivo ed è sempre più studiato nel mondo. Nonostante venga troppo spesso maltrattato, soprattutto dagli italiani, e nonostante abbia subito enormi cambiamenti negli ultimi decenni, l’italiano non ha perso il suo fascino, creato grazie a secoli di grande letteratura, da Dante a Eugenio Montale. Fra il 2016 e il 2017 più di due milioni di persone provenienti da 115 Paesi hanno studiato la lingua italiana, per saper parlare, saper fare traduzioni e ampliare i propri orizzonti lavorativi e culturali. L’italiano diventa così la quarta lingua più studiata al mondo, preceduta nell’ordine da cinese, inglese e spagnolo.

A disegnare questo quadro sono i dati presentati lo scorso ottobre agli Stati Generali della Lingua Italiana, un’iniziativa promossa da Ministero degli Affari Esteri con l’obiettivo di studiare e promuovere la diffusione della nostra lingua nel mondo. Rispetto alla rilevazione precedente c’è stato un discreto incremento del 4%. Altri dati interessanti presenti nel report: i Paesi dove è aumentato di più il numero di studenti di italiano sono la Francia, con un +14,29%, poi gli Stati Uniti, con +8,73%, e seguire la Germania, con +8,22%; lo Stato con più studenti di italiano al mondo (escluso l’Italia, ovviamente!) è, in modo sorprendente, l’Australia.

Forse da qui è difficile rendersi conto dell’importanza di questi dati, ma allargando lo sguardo tutto diventa più chiaro. L’italiano è solo la 25esima lingua al mondo per numero di parlanti, lontanissima non solo dai 900 milioni del cinese o i 400 milioni dello spagnolo, ma distante anche dai 76 milioni del francese. E nonostante questo il francese è meno studiato dell’italiano. Più in generale questi dati smentiscono con forza lo stereotipo dell’italiano come lingua morta o vicino alla morte, e al contrario dimostrano come la nostra lingua susciti ancora un forte interesse linguistico legato alla cultura che trasmette.

Proprio la cultura è una parte della risposta al perché l’italiano sia studiato da così tanta gente. Non c’entrano infatti, al contrario di inglese e cinese, la forza economica e politica dell’Italia, né la nostra lingua è particolarmente utile per fare carriera nel mondo delle traduzioni. Enorme è invece il patrimonio artistico italiano, che ogni anno attira milioni di turisti in cerca di arte, cultura e buon cibo. E per assaporare al meglio il nostro Paese bisogna conoscere almeno qualche parola della nostra lingua.

Se poi la curiosità va oltre il semplice turismo e arriva allo studio della cultura, allora imparare l’italiano è indispensabile. Visitare e comprendere davvero un sito archeologico dell’Antica Roma, leggere le poesie di Petrarca o la Commedia di Dante, che in traduzione perdono molto, ma anche per ascoltare Mozart: per tutto questo serve conoscere l’italiano. Ma oltre alla cultura ci sono altri due aspetti da tenere conto.

Il primo riguarda il marketing. Il report ci dice che la lingua italiana è quella più usata nelle insegne commerciali, merito dei riferimenti culturali che trasmette. Oltre a questo, c’è da considerare un altro fattore: la Chiesa Cattolica. L’italiano è la lingua ufficiale del Vaticano, centro del Cristianesimo, e la lingua principale dei discorsi del Papa. Insomma, l’italiano è più vivo che mai!

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